Quali sono i bisogni e i desideri della città?
- Necessità di analizzare l’avanzata della repressione. Capire quali sono i mezzi adeguati per determinarci.
- Bisogna concentrare l’attenzione sui soggetti che dovrebbero trarre benefici dalle nostre istanze (gli oppressi)
- Capire come intrecciarsi con le realtà che in città già lavorano sulle tematiche della repressione in tutte le sue sfaccettature
- Formazione continua sia dal punto di vista delle leggi che favoriscono la repressione, sia per quanto riguarda i dispositivi in dotazione alle forze dell’ordine
- Condividere con la città il tema dell’agibilità politica, intesa non solo nell’ambito della militanza ma anche in quello della libertà d’espressione
- Analizzare il collegamento sempre più stretto tra decoro e repressione, con un focus su aree particolarmente colpite della città (es. Bolognina, zona universitaria…)
Prossimi appuntamenti ai quali possiamo partecipare:
- Assemblea cittadina sul tema della repressione presso Centro Sociale della Pace (Pratello), 19 Febbraio
- Iniziativa contro la repressione e per il rilancio dell’opposizione di classe, 8 Febbraio, ore 11:00 presso la sede SI Cobas – Roma
Azoni concrete:
- Workshop formativi/informativi, sia teorici che pratici, su politiche securitarie e su come tutelarsi nello svolgimento dell’azione politica e non solo
- Mappatura delle lotte sociali, in città e in Italia, anche nell’ottica di una Sani come propulsore di altre lotte e di ricerca delle strategie a partire dalle altre lotte
- Uso di manifesti affissi in città, come mezzo di controinformazione e contro la criminalizzazione delle azioni politiche che abbiamo intenzione di mettere in atto nei prossimi mesi. Questo ci permette di informare e coinvolgere la cittadinanza e contemporaneamente creare un clima di consenso che potrebbe facilitare il nostro ritorno alla Sani.
- Iniziare un percorso, sia legale che politico, sulla clausola di segretezza posta nell’accordo tra Comune e Ministero della Difesa per la riqualificazione delle aree militari dismesse in città
- Utilizzare la Sani come spazio safe per soggetti colpiti dalla repressione