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Corpi fuori controllo

Tavolo Corpi Fuori Controllo – Report 18/01/2020

Il tavolo si dà un* faciltator*, una persona che tenga gli interventi e i tempi, due per fare il report.
Si procede nella discussione sulle 4 domande con il metodo del consenso femminista:  si procede “per addizione” delle istanze/bisogni e dei desideri per riuscire a tenerli dentro tutti e non gerarchizzarli; consenso non significa unanimità, ma responsabilità verso il processo collettivo, che non deve esser bloccato da veti, ma costruito insieme.
1- Quali sono i bisogni e i desideri della città su questo tema?
2- Cosa potrebbe nascere dentro alla ExSani per rispondere a questi bisogni e desideri?
3- cosa produce questo tavolo?
4- Metodo di funzionamento del tavolo

La discussione del tavolo è partita dai vissuti delle soggettività presenti, ovvero da come queste vivono e attraversano lo spazio urbano. Punto di convergenza tra tutt* è che le soggettività che non incorporano questi privilegi subiscono una serie più o meno violenta di molestie sia nello spazio urbano pubblico che nei luoghi di lavoro. è una violenza quotidiana che si interseca inevitabilmente alla già di per sé violenta precarietà delle condizioni di vita: soggettività frocie, trans*, lelle, razzializzate, sex workers con o senza documenti troveranno con maggiore fatica un lavoro, una stanza da affittare o luoghi di socializzazione in cui non sentirsi additat* o aggredit*. Lo spazio urbano incorpora questi rapporti di potere e i meccanismi di gentrificazione vanno a colpire in modo specifico queste soggettività, e per questo nella nostra riflessione è indispensabile partire dai nostri vissuti, tenendo insieme l’intersezione tra genere-classe-razza, per comprendere prima di tutto quali corpi sono gentrificati, quali corpi possono essere considerati a norma o troppo indecorosi per essere inclusi in questi meccanismi di “riqualificazione urbana”. Vediamo/includiamo tra i principali strumenti di gentrificazione la commercializzione dei nostri corpi e in particolare delle forme di socialità delle soggettività LGBT*QIA+ che da un lato dà l’illusione della cittadinanza, ovvero di essere inclus*, unico modo per poter attraversare lo spazio pubblico, dall’altro privatizza la socialità e sessualità frocia e LGBT*QIA, la costringe in circuiti commerciali di estrazione di valore capitalistico e contrae irrimediabilmente la possibilità di occupare lo spazio pubblico,soprattutto a chi è meno ricc*, non bianc*, meno normalizzabile o che pratica altre forme di sessualità ritenute indecorose o sconvenienti come il crousing frocio e il sex work; essendo espost* a stigma, pericolo e allontanamento.

Per questi motivi è per noi fondamentale l’esistenza di uno spazio transfemminista queer nella exSani e in città. Ci rendiamo conto che per ragionare di genere, sessualità e salute c’è spesso bisogno di partire da contesti separati perché più direttamente coinvolti e investiti da problematiche specifiche, per questo:

 -vogliamo spazio, come strumento di autonomia e potenziamento per le lotte tfq in città: per iniziative, condivisione di strumenti e pratiche, assemblee, momenti di elaborazione collettiva e autofinanziamento.

 -Vogliamo attraversare e agire su tutto lo spazio urbano e al tempo stesso costruirlo secondo pratiche e logiche che lo e ci  liberino da machismo, sessimo, omolesbobitransfobia, razzismo, abilismo e sfruttamento; (es: laboratorio di decostruzione del maschile aperto anche a maschi cis che vogliano mettersi in discussione)

 -vogliamo costruire reti di solidarietà e mutuo aiuto contro la precarietà; vogliamo poterci prendere cura della nostra salute sessuale, superando lo stigma e l’invisibilizzazione delle pratiche e dei corpi non normati; per l’autodeterminazione dei nostri corpi e della nostra salute intesa come benessere complessivo della persona: abbiamo bisogno di consultorie autogestite per non sottostare allo stigma che i nostri corpi, trans*, non binari, sieropositivi, diversamente abili sono obbligati a sopportare. (es proposta pratica: rete di contatti di dottor* che siano sensibili a questi temi, non giudicanti e competenti)

 -vogliamo l’autodifesa transfemminista, per rafforzare la nostra rete e noi stess*, per non dover delegare o sottostare a forme di protezione strumentali, paternalistiche o infantilizzanti;

 -vogliamo promuovere forme di socialità fuori dal circuito commerciale e contemporaneamente ragionare su quelle forme di capitalizzazione dei nostri corpi per poterle sovvertire;

 -vogliamo spazio per abitare, vogliamo una città a misura di abitare. Il rialzo degli affitti e il costo della vita colpiscono in modo specifico froce, lesbiche e persone trans, che fino a poco tempo fa arrivavano a bologna attirate e rassicurate dalla facilità di trovare un alloggio a poco prezzo e una comunità più aperta di quella da dove scappavano mentre ora, senza famiglia d’origine alle spalle o lontane da una rete di sussistenza e mutuo aiuto vengono emarginate più facilmente, come le rifugiate lgbt che sono generalmente escluse dal supporto e dal conforto delle proprie comunità nazionali al momento di uscire da questo sistema di accoglienza.

Crediamo quindi che la prospettiva intersezionale, che parte dalla materialità delle vite che in primis subiscono la gentrificazione, debba essere assunta e ragionata da tutta l’assemblea exSani e oltre, ed è per noi dirimente che questa prospettiva sia trasversale a tutti gli altri tavoli e non essere la quota rosa o frocia, come avviene nella maggior parte dei discorsi pubblici e politici. Non solo, immaginiamo uno spazio dove le soggettività si sentano liber* e autonome di scegliere quale composizione dare agli eventi e iniziative, aperte a tuttu o separate,trattandosi di temi come genere, sessualità, salute. E’ importante quindi che si mantengano due livelli: uno spazio più “interno” in cui le soggettività possano riconoscersi, scambiarsi saperi, visibilizzare i propri bisogni in modo safe(r) e potenziarsi assieme, e uno più “esterno” che vada verso un ripensamento degli spazi misti, e degli spazi pubblici e politici, ancora troppo a misura di un soggetto unico e monolitico.