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Ecologia politica

Il Passante di Mezzo

Inquinamento e salute pubblica al tempo della pandemia

Collegati a questa pagina per assistere allo streaming in diretta, Domenica 3 maggio alle ore 15.00

Il nodo tangenziale-autostradale di Bologna, crocevia d’Italia, vive una situazione di congestione del traffico da oltre trent’anni. Nel corso del tempo varie proposte sono state avanzate per la risoluzione del problema.

Dopo un lungo dibattito, è stato deciso di allargare di 4 o 6 corsie la tangenziale e l’autostrada già esistenti per un tratto di 13 chilometri: un totale di 21 ettari di verde trasformati in asfalto e cemento (circa 25 campi da calcio). 667 proprietari sono stati allertati in vista degli espropri. Quest’opera prende il nome di “Passante di Mezzo“.

La stessa regione Emilia-Romagna, nel suo parere finale sul progetto, afferma che il Passante “non risolve” il problema della congestione e che comporterà un aumento delle emissioni di particolato atmosferico e di CO2 nel tratto interessato, ovvero l’area urbana di Bologna.

Accertato il nesso fra inquinanti atmosferici e incidenza del virus, sia nei termini di una maggiore vulnerabilità dei soggetti che vivono in zone inquinati, solitamente più esposti a patologie respiratorie, sia per quanto riguarda la persistenza del virus nell’aria grazie al particolato, come dimostrato dallo studio che ha fatto tanto discutere in queste settimane, ma che acquista sempre più solidità.

La conferenza dei servizi, che avrebbe dato impulso all’inizio dei lavori, è stata provvidenzialmente interrotta dall’esplosione della pandemia. L’illusione, davanti alle evidenze scientifiche, di un ravvedimento dell’amministrazione è durata poco.

Il cinismo neoliberista è in questa situazione impersonato da Valentina Orioli (vicesindaca e assessora all’ambiente, paradossalmente) che in un’intervista rilasciata a Repubblica il 15 aprile sostiene la necessità di ripartire con l’opera e di farlo con un iter semplificato. Il Passante di Mezzo, a detta della stessa Orioli, si pone come volano dell’economia e di una macchina capitalista che deve ripartire come prima, anzi più forte di prima.

I sogni post-pandemici per un mondo diverso si scontrano con la dura realtà di un’amministrazione sorda ai bisogni di una comunità che vive in una delle aree più inquinate d’Europa. Il Passante è davvero la soluzione? O non sarebbe meglio investire nei trasporti pubblici per le zone inter ed extra urbane?

La pandemia ci conferma che l’intuizione è giusta, che la salute umana va di pari passo con un ambiente sano, e che il modello di sviluppo in cui viviamo non si concilia con le più basilari necessità umane e del vivente tutto.

Domenica 3 maggio alle ore 15 ne parliamo con Chiara, Luca e Daria membri dell’associazione A.mo Bologna Onlus e della rete civica Aria Pesa che da anni si battono contro il Passante, rivendicando un’aria migliore per Bologna.